L’adolescenza è quel periodo in cui si  valicano i confini, si scorgono nuovi orizzonti, ci si apre a nuove esperienze, a legami diversi. E’ quel momento in cui ci si concede uno sguardo fuori, alla scoperta di un nuovo mondo che permetterà di fare esperienza di sè stessi.

L’adolescenza è un viaggio intenso e allo stesso tempo spaventoso, segnato da cambiamenti psicofisici  e relazionali ai quali si è chiamati a rispondere.

E’ un ponte tra il bambino di ieri e l’adulto di domani, sopra il quale ci si trova soli di fronte alle prime difficoltà.

Come riuscire a gestire tutto questo? Come  arrivare all’età dell’adolescenza con un bagaglio di risorse utili ad affrontare tali cambiamenti?

Viviamo in una società caratterizzata dalla tendenza a “non crescere mai”, motivo  per il quale  negli ultimi anni l’età dell’adolescenza ha subito un notevole allungamento (ragazzi che rimangono in casa fino ai 24-30 anni).

La responsabilità è sicuramente dello scenario socio-economico, per cui i ragazzi studiano fino a tarda età e hanno poi  difficoltà ad avere un’occupazione e quindi un’indipendenza economica.

Vi sono però altri fattori che concorrono a tale fenomeno tra cui il modello genitoriale vigente: si tende infatti ad iperproteggere i propri figli, rimandando sempre più tardi l’assunzione di responsabilità e contribuendo a sviluppare una vera forma di  dipendenza familiare.

Quest’eccessiva attenzione, protezione e prevenzione delle difficoltà verso i propri figli si traduce paradossalmente in una futura incapacità nella gestione di problematiche e cambiamenti che per natura faranno parte della crescita.

Si dovrebbe, invece, promuovere la differenziazione dei propri figli attraverso esperienze che li aiutino a crescere, fornendo loro spazi nei quali imparare ad acquisire l’autonomia, a cavarsela da soli, ad assumersi delle responsabilità e delle priorità.

In tal modo li si aiuterà ad avere più stima e sicurezza in loro stessi; si sentiranno in grado di affrontare piccole frustrazioni e possibili difficoltà tipiche della fase adolescenziale.

I ragazzi adolescenti devono sentire di potersi svincolare dalle proprie famiglie  per iniziare a camminare sulle proprie gambe e secondo i propri interessi.

Chi trova più semplice questo percorso è sicuramente colui che ha sperimentato all’interno della propria famiglia relazioni sicure, nelle quali ha sentito di potersi fidare e quindi potersi allontanare e ritornare nel momento del bisogno; chi si è sentito accolto da adulti che hanno saputo negoziare la giusta distanza tra sé e il proprio bambino, attenti ai suoi bisogni senza però invaderne gli spazi; l’adolescente che sente di avere dei confini e allo stesso tempo uno spazio di libertà entro il quale muoversi senza pericoli.

L’iperprotezione da parte dell’adulto in età non congrua promuove forme d’ansia e paura: il ragazzo penserà di non essere in grado, si sentirà insicuro e spaventato quando dovrà affacciarsi al nuovo, quando dovrà prendere delle decisioni o scegliere quale strada prendere.

Ogni famiglia dovrebbe favorire la crescita e promuovere lo sviluppo delle capacità e delle risorse dei propri bambini contribuendo a formare ragazzi autonomi e competenti.